di Nicoletta Chiarelli*

Il test di Rorschach come strumento di indagine del funzionamento psichico

Il test di Rorschach, o test delle macchie d’inchiostro, è un test proiettivo, strumento complesso diffuso tra i professionisti della salute mentale. I test proiettivi chiariscono e completano i dati clinici raccolti durante i colloqui psicologici di consultazione, in un’ottica di integrazione per consentire di elaborare ipotesi complesse, quanto più possibile dettagliate e congruenti con l’esperienza del paziente. Tale processo integrativo assume allora una fondamentale funzione diagnostica: sono esplorate le diverse dimensioni del soggetto colto nella sua originalità e specificità, indagate le aree di sofferenza e le risorse per orientare al meglio l’intervento.

Il test di Rorschach

Il test di personalità Rorschach è stato inizialmente ideato per rilevare la peculiare immaginazione, intelligenza e creatività di soggetti d’interesse clinico. Rorschach, ideatore del test, osservò come pazienti con una particolare sintomatologia rispondessero in modo significativamente differente rispetto ad altri. Fin dalle origini, quindi, il test ha fornito indicazioni rispetto alla personalità dei soggetti che, in base alla condizione psicologica, alle caratteristiche comportamentali e allo stato emotivo in cui si trovavano, fornivano risposte caratteristiche.

Le risposte al test di Rorschach sono il risultato di complesse operazioni che terminano con una specifica risposta: nel tentativo di comprendere lo stimolo, il soggetto lo interpreta sulla base della propria condizione psichica, delle proprie emozioni, esperienze, bisogni, desideri, aspettative e stili di adattamento. Questo test di personalità facilita l’espressione di qualcosa che risulta altrimenti difficilmente esprimibile in modo chiaro ed esplicito. Le operazioni psicologiche che definiscono la risposta forniscono informazioni importanti circa le modalità con cui il soggetto si organizza per far fronte alle sollecitazioni esterne e al mondo interno.

Al di là degli stimoli percettivi, nel soggetto risuonano contenuti fantasmatici e la distanza che si viene a creare tra l’individuo e il materiale fornisce informazioni preziose circa i processi psichici attuati, le preoccupazioni, la gestione della relazione con se stesso, con l’altro e con la sfera emotiva.

Il sistema comprensivo Exner

Nel tempo, l’analisi e l’interpretazione dei protocolli del test di personalità si è diversificata e approfondita. A partire dagli anni ’70, lo psicologo clinico americano Exner ha sottolineato la necessità di un approccio standardizzato: il gruppo di lavoro si è così concentrato sull’elaborazione di un sistema integrato dei metodi fino ad allora esistenti, un sistema in grado di fornire dati empiricamente sostenibili e giustificabili. Il sistema comprensivo di Exner ha poi gradualmente assunto una propria identità, integrando e introducendo nuovi indici standardizzati.

Il sistema di Exner consente di integrare la lettura del mondo interno dell’individuo con la rigorosità degli studi psicometrici, garantendo un riferimento terzo, obiettivo, accanto alle osservazioni cliniche svolte in colloquio. La somministrazione del test avviene secondo un procedimento clinico rigoroso e attento sia nell’incontro sia nell’interpretazione quantitativa e qualitativa. 

La valutazione con il test di Rorschach secondo il sistema comprensivo Exner fornisce dati circa:

  • l’esame di realtà, cioè l’integrazione del percetto secondo i vincoli della realtà condivisa. Come il soggetto organizza lo stimolo e la qualità dell’elaborazione attuata; il modo in cui riconosce le caratteristiche dello stimolo e le traduce in immagine e in pensiero; come elabora le proprie idee circa la realtà esperita e se tale elaborazione avviene secondo una modalità coerente, logica e flessibile;
  • le difese: quali meccanismi psicologici il soggetto usa per mediare tra desideri, bisogni, affetti, impulsi e realtà esterna, come gestisce le vicende psichiche;
  • le risorse psicologiche di cui il soggetto dispone per rispondere alle richieste del mondo interno ed esterno, per gestire il disagio e muoversi in modo efficace nella quotidianità senza perdere il controllo sul proprio comportamento, mantenendosi concentrato e organizzato; 
  • l’esperienza affettiva, cioè la possibilità di riconoscere gli affetti e gli impulsi, di esperire emozioni varie e ricche, di regolarle e di esprimerle in modo soddisfacente e adattivo;
  • la rappresentazione di sé, cioè la stima di sé, la consapevolezza dei propri bisogni, il grado di complessità della percezione di sé e la coerenza e stabilità della propria rappresentazione; il grado di comprensione degli stati mentali propri;
  • la rappresentazione dell’Altro e delle relazioni: come il soggetto percepisce gli altri e se stesso nelle relazioni; quali atteggiamenti assume; il grado di coinvolgimento e di soddisfazione; il grado di comprensione degli stati mentali altrui.

Il test di Rorschach si propone quindi una valutazione dei processi di funzionamento mentale, dei meccanismi difensivi, delle abilità cognitive ed emotive, delle rappresentazioni interne e delle potenzialità evolutive che sottostanno alla sintomatologia. L’integrazione di tali dati con le osservazioni in colloquio clinico consente una valutazione dettagliata e l’indicazione al miglior trattamento per quel particolare individuo in quel momento di vita.

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*Psicologa, Psicoterapeuta.