Da quando aveva cominciato la scuola elementare, mia figlia Giulia, mi preoccupava tanto!  In prima, piangeva ogni giorno prima di entrare in classe, non voleva alzarsi la mattina per uscire e andare a scuola, spesso mi dovevo precipitare per andare a prenderla, perché le insegnanti mi dicevano che aveva mal di pancia e le veniva da vomitare.  Non vi dico poi quando ha cominciato a dover velocizzare la scrittura!!!  Le maestre continuavano a mandarmi a casa una montagna di pagine da “ricopiare in bella calligrafia“.  Era impossibile leggere quello che scriveva e a scuola era difficile valutare le sue verifiche scritte, i suoi dettati, i suoi testi.  Senza parlare poi di come si stancava!  In terza, mi rivolsi ad uno specialista che rilevò una grave disgrafia con disortografia.  Fu sottoposta ad un trattamento riabilitativo che tutt’ora sta continuando.  A scuola è stata molto capita ed aiutata.  Ora è in prima media, ha capito quello che deve fare, è contenta di andare a scuola e vuole diventare…una scrittrice.  “Tanto, mamma,” mi dice quando parla del suo sogno “gli scrittori non devono usare la “bella calligrafia”, ma il computer…

La disgrafia è una difficoltà nella grafia. La scrittura è irregolare per dimensione e/o pressione, vi è scarsa capacità ad utilizzare lo spazio sul foglio e a mantenere la direzione orizzontale dello scritto, i margini non vengono rispettati, gli spazi tra i grafemi e tra le parole sono irregolari.

È difficilmente decifrabile.  La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in assenza di deficit intellettivi e neurologici, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura.
Si manifesta come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici che quelli numerici; essa riguarda esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche, sebbene influisca negativamente anche su tali acquisizioni a causa della impossibilità di rilettura e di autocorrezione.  Generalmente quando si parla di disgrafia ci si riferisce ai bambini, ma quest’attribuzione non è del tutto giusta, in quanto è nell’esperienza comune incontrare adulti disgrafici. Si parla di disgrafia quando c’è:

scarsa leggibilità;
• lentezza e stentatezza;
• disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici;
• scarso controllo del gesto;
• confusione e disarmonia;
• rigidità ed eccessiva accuratezza;
• difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari.

Va individuata precocemente in quanto tende a peggiorare nel tempo, può avere riflessi sullo sviluppo della personalità e incidere negativamente sul rendimento scolastico, innescando sentimenti di delusione, scoraggiamento e demotivazione.

TRATTAMENTO

L’intervento terapeutico deve essere personalizzato.   Esso comprende attività relative all’ impostazione dei grafemi e scrittura in stampato maiuscolo e impostazione dei grafemi e scrittura in corsivo.  Il bambino inoltre dovrà essere informato circa il lavoro da svolgere, dovrà essere coinvolto nella formulazione degli obiettivi e nel monitoraggio del proprio lavoro. Solo se sarà protagonista, potrà coinvolgersi attivamente nelle proposte, autogratificarsi per i piccoli progressi, non scoraggiarsi di fronte agli insuccessi né arrendersi davanti ad attività spesso un po’ noiose e ripetitive.  Può verificarsi che, dopo un miglioramento nell’esecuzione dei prodotti grafici,  una volta abbandonato l’esercizio, la difficoltà si ripresenti.

 

 

Gli interventi dell’équipe sui Disturbi dell’Apprendimento

La diagnosi certificata di disgrafia

 

Se vuoi avere una consulenza da parte di uno specialista in merito alla diagnosi ed il trattamento della disgrafia, puoi contattare il Centro Clinico di Psicologia di Monza

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