L’importanza del sostegno psicologico nella diagnosi di infertilità
di Chiara Labadini*
Infertilità: di cosa si tratta
L’organizzazione Mondiale della sanità definisce Infertilità quella situazione in cui una coppia non riesce a concepire dopo 24 mesi di rapporti sessuali regolari non protetti. l’infertilità è un problema diffuso che riguarda all’incirca una coppia in età fertile ogni sei. In Italia si stima che ogni anno 45000 nuove coppie avranno difficoltà ad avere un figlio.
Le cause dell’infertilità sono molteplici e hanno a che fare sia con fattori femminili che maschili. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che nel 29,3 per cento delle coppie l’infertilità sia imputabile a un fattore maschile, nel 37,1 a un fattore femminile, mentre nel 17,6 per cento dei casi l’infertilità è dovuta a una combinazione di cause maschili e femminili o a una ipofertilità di entrambi. Esistono infine quei casi, circa il 15,1 per cento, in cui si parla di infertilità idiopatica, ovvero senza una causa organica determinabile.
La fertilità è inoltre condizionata, come riporta la letteratura medica, da molteplici fattori psico-sociali complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva, l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento, non ultimo lo stress.
L’impatto psicologico dell’infertilità
L’infertilità può essere vissuta, da chi la affronta, come un vero e proprio trauma psicologico. Nonostante sia un problema diffuso, essa si presenta spesso come una sorpresa alla coppia, una variabile imprevista. Tutti noi consideriamo infatti l’avere un figlio come un processo naturale, e raramente immaginiamo davvero che questo possa non succedere.
Il momento della diagnosi può gettare la coppia nello sconforto, e in uno stato di shock e disorientamento. Il trattamento, dal canto suo, con le sue metodologie invasive, i successi non garantiti, l’ambiente impersonale delle cliniche, la violazione della propria privacy porta spesso la coppia a sprofondare in vissuti di rabbia, frustrazione e stress.
Le reazioni emotive all’infertilità sono diverse e numerose, tra le più comuni troviamo:
- Ansia
- Calo dell’autostima
- Rabbia e frustrazione
- Affaticamento e stanchezza
- Sensazione di essere sbagliati o “difettosi”
- Pensieri ossessivi
- Depressione
- Stress
- Vergogna e colpa
- Invidia verso le coppie con figli e senso di ingiustizia
- Isolamento sociale e solitudine
- Timore di perdere il/la partner
Tutti questi vissuti sono normali per chi affronta questo problema, ma se non vengono riconosciuti, affrontati e elaborati possono aggravarsi, mettendo a rischio la salute psicologica della persona e la stessa relazione di coppia.
Infertilità e relazione di coppia
L’esperienza dell’infertilità è complicata dal fatto che ci siano due persone coinvolte che possono avere una diversa percezione della situazione e rispondere ad essa in modo differente.
Nell’incontrare questo problema, nella scelta di sottoporsi o meno ad un programma di Procreazione Medicalmente Assistita, e nell’affrontare il trattamento, alcune coppie reagiscono rafforzando il loro legame superando insieme questa crisi, ascoltandosi, accogliendosi a vicenda, e scegliendo insieme progetti su cui reinvestire.
In altri casi, invece, nascono nella coppia conflitti dolorosi e difficili da risolvere legati alle differenze con cui i due partner vivono e affrontano questa sofferenza.
I due partner possono esprimere sofferenze diverse rispetto al mancato concepimento, esserne “colpiti” in modo differente a seconda della loro storia personale e di come e perché hanno desiderato un figlio.
Spesso, da ciò che emerge nelle ricerche, gli uomini tendono a gestire il problema sopprimendo la rabbia e il dolore più delle loro compagne, concentrandosi di più sugli aspetti pratici del problema. Questo spesso può dare l’impressione alla donna che essi siano meno coinvolti nel problema. Le donne a loro volta possono esprimere la loro sofferenza ancora più forte, chiedendo aiuto, in un modo che fa sentire il loro compagno impotente. Questa impotenza che può fare chiudere l’uomo in se stesso con il suo dolore, facendo sentire la compagna ancora più abbandonata.
Il senso di colpa e di impotenza degli uomini può essere aumentato dal fatto che durante i trattamenti, dopo la prima raccolta del seme, il corpo della donna sia l’unico coinvolto e l’unico a subire lo stress delle terapie. Per questo motivo la donna è sottoposta a un maggiore stress e una maggiore stanchezza.
I due partner possono anche avere visioni diverse su quale soluzione adottare davanti a questo problema, ad esempio se intraprendere o no dei trattamenti, su quante possibilità “concedere” agli stessi, e su quale scelta alternativa adottare.
I trattamenti stessi, con i test continui, le procedure ormonali, e la prescrizione dei rapporti sessuali forzati, rendono la sessualità un compito finalizzato che ostacola la possibilità di una coppia di viverla come un momento di piacere, intimità e comunicazione, rischiando di creare un ulteriore allontanamento.
Non da ultimo Il problema dell’infertilità è complicato anche dalla esposizione sociale che le coppie possono sentire a causa di questa situazione: una coppia senza figli è sotto gli occhi di tutti e spesso i partner si sentono oggetto di domande esplicite o sguardi interrogativi. Questa esposizione può essere vissuta diversamente dall’uomo e dalla donna a seconda che abbiano o no disponibilità a condividere con gli altri la difficoltà e il dolore che stanno affrontando, e a seconda di quanto ogni partner ha bisogno di ricercare supporto sociale e parlare di questo problema fuori dalla relazione di coppia. Solitamente è la donna a esprimere di più il bisogno di condividere, mentre l’uomo tende a vivere questa esposizione con vergogna chiedendo invece silenzio e riservatezza.
All’interno di questo clima può succedere che l’infertilità diventi un terreno di scontro, o al contrario un argomento di cui non parlare, per non stare male o per non ferire l’altro.
O che la ricerca di un figlio diventi così centrale da annullare ogni altro progetto della coppia, soffocandola perché tutto è sospeso nell’attesa di realizzare questo progetto.
Perché il sostegno psicologico
Molte ricerche sull’infertilità degli ultimi 25 anni mostrano con chiarezza come le difficoltà di coppia legate all’infertilità siano causate dalle risposte differenti e dalle diverse strategie di adattamento che due partner mettono in atto davanti a questo problema. In particolare, queste differenze diventano un problema quando non vengono comprese, condivise ed elaborate dalla coppia. Senza questa vicinanza che permette di condividere la sofferenza anche nella diversità, queste differenze portano i partner a sentirsi distanti, incapaci di affrontarsi, consolarsi, e trovare soluzioni buone e condivise a questo problema.
Il supporto di coppia in questi casi rappresenta una possibilità di ritrovare uno spazio condiviso dove ascoltarsi e confrontarsi, dove poter comprendere e accettare le differenze e condividere il dolore del lutto quando il concepimento non è possibile, per poi poter ridefinire e reinvestire in nuovi progetti vitali da condividere insieme. Anche nei percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita che terminano con successo, il sostegno psicologico può aiutare la coppia a promuovere il formarsi pieno della genitorialità, fino a quel momento influenzata e riempita da aspetti medici e tecnologici e preoccupazioni concrete centrate sul corpo e sui disturbi fisici.
Se hai un problema di infertilità e desideri parlarne con uno specialista, contatta il Centro Clinico di Psicologia al numero 039/9416276 oppure manda una mail a info@centropsicologiamonza.it
Per approfondimento : Infertilità e depressione (leggi qui)
*Chiara Labadini, Psicologa, Psicoterapeuta. Area Coppia e Genitorialità