di Stefania Vaccaro*

La vita dei bambini si sviluppa accanto a quella dei loro genitori e può accadere che, lungo questo percorso, si possano vivere alcune esperienze negative, il cui impatto modifica la traiettoria di sviluppo del bambino, condiziona il suo equilibrio e lascia dei segni nel suo cervello.
Parlando di cervello è bene ricordare che esso si compone di diverse parti, ciascuna delle quali ha una funzione specifica; in particolare c’è un emisfero sinistro che ci permette di pensare in modo logico e di organizzare i pensieri in frasi ed un emisfero destro che ci consente di provare emozioni e di comprendere i segnali non verbali. Quando queste differenti parti del cervello lavorano in sinergia l’una con l’altra, si ha un’integrazione tra le parti, cioè uno sviluppo ottimale; se invece manca questa integrazione il bambino sarà in balìa di emozioni e di comportamenti confusi e caotici.

Quali sono i traumi dei bambini

I traumi sono esperienze avverse che creano una mancata integrazione nel cervello del bambino, disorganizzano e disregolano la sua mente, hanno ricadute negative sul modo di gestire gli eventi stressanti e sulle sue relazioni interpersonali.

La letteratura scientifica individua i seguenti traumi infantili o dell’attaccamento:

  • La trascuratezza emotiva
  • L’abuso fisico o sessuale da parte di un genitore
  • La violenza assistita
  • Le ospedalizzazioni precoci
  • La perdita precoce di un genitore
  • Il rifiuto/abbandono
  • Le ricadute di un trauma sul comportamento del bambino:

Bambini che hanno vissuto un trauma dell’attaccamento possono esprimerlo in diversi modi, ad esempio, a livello comportamentale alcuni appaiono indisciplinati, capricciosi e aggressivi; altri svogliati, disattenti o inibiti.
Le ricadute di un trauma sul comportamento del bambino dipendono dal tipo di trauma che il piccolo ha vissuto, dall’emozione che quel trauma ha favorito e dal punto in cui il bambino si colloca all’interno della “finestra di tolleranza”.
La “finestra di tolleranza” è un concetto sviluppato dal Dr. Siegel, che la definisce come quella zona, quell’intervallo, quello “spazio” in cui le informazioni provenienti dal mondo interno e dall’ambiente esterno possono essere integrate nel cervello per dare un significato alle esperienze.
I bambini che hanno avuto traumi, in situazioni di stress, possono reagire fuggendo, lottando, immobilizzandosi o crollando perché non possono contare su una buona integrazione tra le diverse componenti del cervello.
A seguito della mancata integrazione, i bambini traumatizzati avranno difficoltà nel gestire le emozioni, nel regolare il proprio comportamento e nel comprendere se stessi e le relazioni con gli altri.

EMDR bambini

Il ruolo dell’EMDR nella cura del trauma dei bambini

L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita i processi di integrazione, sintesi e coerenza tra l’emisfero destro e l’emisfero sinistro.
L’EMDR permette ai bambini di rielaborare il ricordo traumatico, favorendone l’elaborazione.
I bambini che hanno potuto rielaborare i loro traumi, riescono ad attribuire un nuovo significato alle esperienze traumatiche, a capire la portata che esse hanno avuto sulla loro vita, a lasciare l’esperienza traumatica nel passato, facendo in modo che questa non li influenzi più negativamente sul piano emotivo, cognitivo e comportamentale.
Le ricerche hanno dimostrato che l’EMDR è uno strumento che aiuta il bambino a sentirsi più sicuro nell’affrontare i momenti difficili perché può contare su una maggiore capacità riflessiva.
Inoltre, attraverso il processo dell’EMDR, il bambino potrà arrivare a pensare che si può imparare anche dalle esperienze difficili del passato, sperimentando così una maggiore flessibilità, capacità di adattamento, stabilità e comprensione di se stesso e del mondo in cui vive.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti

www.emdr.it (sito italiano)
www.emdr.com (sito USA)

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*Stefania Vaccaro, Psicologa, Psicoterapeuta