Il disturbo da accumulo compulsivo, o disposofobia, è la tendenza ad accumulare grandi quantità di oggetti di ogni genere, associata a difficoltà ad eliminarli o a separarsi da essi, con conseguenze negative sulla salute e sulla vita sociale e lavorativa.

“Sono arrivata all’età di 26 anni a capire che la cosa è davvero grave; prima non me ne rendevo conto a pieno, complici le distrazioni della giovanissima età… non che ora sia vecchia, ma mi rendo conto che da quando sono nata la mia casa è sempre stata inagibile a tutti, salvo i miei fratelli. Sono sempre stata circondata da disordine e sporcizia, sacchetti ovunque, oggetti ovunque.

Non ho mai avuto un armadio con la mia roba ben sistemata, ma sempre buttata su una sedia; ogni volta che compro qualcosa di nuovo una volta indossato ho paura che sparisca in mezzo al caos o chiuso in qualche sacchetto.

A soffrire di questa cosa è mia madre, che non ha il minimo senso di ordine e pulizia… patisce se cerchi di spostare qualcosa, patisce se apri troppo le serrande e fai entrare più luce, idem i balconi, sempre chiusi e praticamente inagibili, ci va solo lei per stendere. In cucina ci sono cartoni vuoti, bicchieri di budini ecc.. tenuti lì e mai buttati. Io nella mia vita non ho mai potuto invitare un’amica a casa come tutte le persone normali, non ho mai avuto pranzi o cene con altri componenti della famiglia, e tuttora ho dei forti disagi con il mio attuale fidanzato e chiunque mi chieda perché a casa mia non possono venire e io non so mai cosa rispondere perché mi vergogno e allo stesso tempo mi sento stupida.

La famiglia è sfasciata, ci vergogniamo tutti. I miei fratelli si fanno la loro vita, mio padre se ne è andato. Io sto male perché ho capito che l’unica maniera per salvarmi da questo stato di disagio perenne è scappare anche io, ma è pur sempre mia madre e la vorrei aiutare anche se mi sembra impossibile…”

Dal sito www.disposofobia.org

COME SI MANIFESTA IL DISTURBO DA ACCUMULO

Il disturbo da accumulo, o Hoarding Disorder, è caratterizzato da una eccesiva acquisizione di oggetti, che possono essere acquistati ma anche recuperati in vari altri modi, ad esempio dai rifiuti. Le persone affette da disturbo da accumulo hanno infatti la tendenza a conservare anche rifiuti e oggetti inutili, non riutilizzabili, hanno difficoltà nel mantenerli in ordine e desiderio ossessivo di conservarli.

La caratteristica principale del disturbo da accumulo è quindi la persistente difficoltà a buttare, vendere, dare via o riciclare i propri beni, a prescindere dal loro valore economico reale. Questa difficoltà è dovuta ad un vero e proprio bisogno percepito di conservare gli oggetti, giustificato dall’utilità, dal valore estetico o dal forte legame affettivo con essi. Qualsiasi oggetto può essere conservato da chi soffre di disturbo da accumulo; tipicamente vestiti, borse, libri, giornali, scatole, fino anche a casi più estremi con animali oppure oggetti più costosi e di grosse dimensioni, come auto o strumenti musicali. Gli oggetti di valore sono spesso ammucchiati insieme a oggetti inutili o rifiuti. I soggetti con disturbo da accumulo sono infatti spesso caratterizzati da indecisione e difficoltà a pianificare e organizzare attività.

La conservazione degli oggetti è intenzionale ed è per questo che si crea disagio quando avviene l’eliminazione di essi. Questa difficoltà a separarsi dai propri oggetti produce un accumulo che ingombra la casa e gli spazi vitali e ne compromette l’uso previsto. Non è più possibile dormire sul letto, sedersi su una poltrona, mangiare sul tavolo, camminare nel corridoio, ecc, perché questi spazi sono riempiti con oggetti ammucchiati in modo disorganizzato, impedendo anche la pulizia e generando così pessime condizioni igieniche che portano ad una scarsa salute fisica. Gli elettrodomestici possono essere rotti e le utenze come acqua ed elettricità staccate, e in casi gravi l’accumulo può anche causare rischio di incendio, quindi la qualità della vita è spesso seriamente compromessa.

Il disturbo da accumulo è di conseguenza associato anche a compromissione della vita lavorativa e tensioni nei rapporti familiari e sociali, ad esempio con i vicini di casa. Inoltre, la vergogna legata alla propria condizione di vita e/o abitativa rende difficile la richiesta di aiuto da parte di chi soffre di disturbo da accumulo.

TERAPIA PER IL DISTURBO DA ACCUMULO

Gli ultimi studi consigliano un’associazione tra sedute di terapia presso lo studio dello psicologo e sedute di trattamento domiciliare a casa dell’individuo, che si concentrano su strategie motivazionali e training mentale per migliorare i processi decisionali e di soluzione dei problemi. Gli individui imparano cioè gradualmente a eliminare gli elementi non necessari con meno angoscia, diminuendo il loro bisogno percepito o desiderio di salvare questi beni. Imparano anche a migliorare abilità quali l’organizzazione e il relax. Solitamente si ottengono risultati migliori nella cura del disturbo da accumulo accompagnando la psicoterapia con la terapia farmacologica con antidepressivi e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

 

Sofia Tagliabue
Tirocinante triennale dell’Università degli studi di Bergamo

 

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