“Ma tutto questo sarà….normale?”

Questo è il dubbio che tormenta i genitori di Andrea, un bambino di 7 anni che da tempo è al centro di schermaglie tra adulti rispetto al suo comportamento.

“Non si ferma mai, tocca tutto, non ascolta! Siamo preoccupati…c’è qualcosa che non va. Il fratello maggiore a volte era agitato, ma riuscivamo a controllarlo! Con Andrea è una battaglia persa! E poi…ogni volta che lo andiamo a prendere a scuola, vorremmo nasconderci per quello che ci dicono le insegnanti!!! Non riesce assolutamente a stare attento in classe. Siamo esausti!“

Anche i genitori di Lorenzo, un bambino di 8 anni, manifestano le stesse preoccupazioni e lo stesso dubbio in merito alle difficoltà nel suo comportamento:

“Ogni cosa che proponi la risposta è sempre No!!! Per fargli fare i compiti bisogna lottare per ore e ore, lo stesso per qualsiasi altra cosa. A volte sembra voler fare apposta a farci uscire dai gangheri! Quanti dispetti fa al fratello! A scuola idem: le maestre ci hanno convocato perché di rifiuta di lavorare ed è arrivato a picchiare un compagno! Il suo umore è peggiorato, ha difficoltà di apprendimento e i compagni lo evitano. Non sappiamo più cosa fare! Abbiamo provato di tutto, con i castighi, con i premi, con i ragionamenti…nulla!”

Questi genitori si scontrano con le difficoltà di comportamento dei loro figli, si stanno ponendo molti interrogativi ai quali cercano affannosamente di dare una risposta. In tutte e due i casi, emerge un problema di comportamento, ma con alcune differenze sostanziali.
Nel caso di Andrea, esso si manifesta con iperattività e disattenzione, nel caso di Lorenzo sembra si tratti di vera e propria opposizione.

QUANDO PREOCCUPARSI?

 

E’ opportuno cercare un aiuto specialistico quando:

  • Il bambino manifesta iperattività, impulsività, disattenzione in qualsiasi contesto, a casa e a scuola e li manifesta in maniera nettamente più intensa rispetto ad altri bambini della sua età.
  • I compagni non vogliono giocare con lui perché troppo agitato o aggressivo.
  • Il bambino manifesta rilevanti difficoltà in ambito scolastico.
  • Il bambino va incontro ripetutamente a piccoli incidenti.
  • Il bambino dà in escandescenze di fronte a minime difficoltà.
  • I genitori si sentono…esausti!

Attenzione però!

Non bisogna etichettare come un disturbo del comportamento qualsiasi comportamento anomalo sporadico, o che compare nella primissima infanzia!

 

SINTOMI COMUNI, DENOMINATORI COMUNI DI DISTURBI DIFFERENTI

 

I disturbi del comportamento veri e propri possono manifestarsi con diversi quadri clinici.

 

Caratteristiche comuni nei bambini con disturbi del comportamento:

Aggressività (DOP, DC, Depressione, DOC)

Impulsività (ADHD, Ansia, DOC)

Mancato rispetto delle regole (DOP, DC, ADHD)

In particolare possiamo distinguere, sulla base di una semplificazione delle categorie cliniche:

Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP)

Disturbo della condotta (DC) (esordio: infanzia adolescenza)

Disturbi di Sviluppo

Disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD)

 

Queste categorie comunque vanno considerate con molta cautela, in quanto una diagnosi di questo tipo, in età evolutiva, deve essere fatta solo dopo opportuno approfondimento specialistico.

Di fondamentale importanza è capire che si tratta comunque solo di etichette e…ogni bambino e ogni caso va considerato come unico e specifico.
Le “etichette”, a volte, servono solo a placare le nostre ansie di adulti!

 

Prendiamo ora in considerazione alcune di queste categorie.

ADHD

Definizioni:
DDAI (DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ)
oppure
ADHD (ATTENTION DEFICIT HYPERACTIVITY DISORDER)

Le dimensioni sintomatologiche cardine dell’ADHD sono:

  • Deficit di attenzione
  • Iperattività
  • Impulsività
  • Disorganizzazione

 

Ecco solo alcuni dei comportamenti tipici:

  • Sono irrequieti, corrono instancabili
  • Hanno disturbi del sonno e/o dell’alimentazione
  • Passano da una attività all’altra senza portarla a termine
  • Hanno reazioni imprevedibili ai richiami, litigano con i compagni
  • Quando vogliono qualcosa, non riescono ad aspettare
  • Non ricordano quello che diciamo loro, sono disordinati, perdono tutto
  • Hanno difficoltà scolastiche, fanno errori
  • Hanno comportamenti pericolosi e comportamenti motori avventati
  • Hanno scarsa abilità collaborativa, scarso rispetto delle regole nei giochi e nelle consegne
  • Presentano spesso interpretazioni negative di interazione neutre o positive
  • Incontrano difficoltà nel metodo di studio
  • Sono spesso puniti
  • Entrano a forza nei giochi di altri bambini
  • Hanno difficoltà nel mantenere l’attenzione e non riescono a portare avanti le attività a lungo come gli altri
  • Sono distratti da qualsiasi cosa risulti più stimolante ed interessante in quel momento
  • Danno le risposte senza riflettere, prima che la domanda sia completa
  • Agiscono senza “previsione” perché vivono nel presente
  • Incontrano fatica nella gestione delle emozioni e nel tollerare il “no” e i richiami
  • L’autostima è poco modulata e presentano un Senso di Sé come cattivo bambino/studente

 

Tutti i bambini possono occasionalmente presentare questi comportamenti!
Alcuni bambini li presentano in modo pervasivo e persistente in tutti i contesti e in tutte le attività.

Una specifica causa dell’ADHD non è ancora nota. Ci sono tuttavia una serie di fattori che possono contribuire a far nascere o fare esacerbare l’ADHD. Tra questi ci sono fattori genetici e le condizioni sociali e fisiche del soggetto.

Può non evidenziarsi ADHD

  • In situazioni altamente strutturate
  • In situazioni nuove
  • Quando il bambino è impegnato in attività interessanti
  • Quando il bambino viene seguito individualmente
  • In un contesto controllato e sorvegliato
  • Quando vengono elargite frequenti ricompense

 

L’ADHD peggiora

  • In situazioni non strutturate
  • Durante attività ripetitive
  • In situazioni noiose
  • In presenza di molte distrazioni
  • Con sorveglianza minima
  • Quando si richiede attenzione sostenuta o sforzo mentale

 

Va differenziato, ma può associarsi a:
Disturbo specifico di apprendimento
Disturbo oppositivo-provocatorio
Disturbo d’ansia
Disturbo della condotta
Sintomatologia ticcosa
Disturbo dell’umore

Cosa fare?

La terapia per l’ADHD si basa su un approccio multimodale che combina interventi psicosociali con terapie mediche.

DISTURBO OPPOSITIVO-PROVOCATORIO (DOP)

La diagnosi si applica a bambini che esibiscono pattern frequente e persistente di umore collerico/irritabile, di comportamento polemico/provocatorio o vendicativo (criterio A, DMS 5).

Si possono quindi identificare:

• Forma collerica/irritabile (evoluzione in disturbo internalizzante, spesso comorbilità ADHD)
• Forma polemica/provocatoria (evoluzione in DC)
• Forma vendicativa (evoluzione in disturbo di personalità antisociale)

 

Ecco solo alcuni dei comportamenti tipici:

  • Spesso va in collera
  • È spesso permaloso
  • È spesso adirato o risentito
  • Spesso litiga con gli adulti
  • Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti
  • Spesso irrita deliberatamente le persone
  • Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento
  • È spesso dispettoso e vendicativo
  • Comportamento ricorrente negativista, ostile, di sfida senza gravi violazioni delle norme sociali
  • Spesso presenta un’interpretazione del comportamento dei pari come ostile
  • Spesso ha scarsa capacità dialettica nella risoluzione verbale del conflitto
  • Spesso ha difficoltà nel percepire la responsabilità delle proprie azioni
  • Sfida spesso attivamente
  • Si rifiuta di rispettare le regole

 

Per questi bambini, provocare qualcuno è intenzionale e indica un tentativo di dialogo, una ricerca (disfunzionale) di comunicazione. Il comportamento si verifica, infatti, tanto più frequentemente in presenza di persone significative affettivamente.
Tutti i bambini possono attraversare periodi “oppositivi”, ma circa il 5% presentano una franca patologia. L’evoluzione dipende dalla gravità del disturbo, dalle caratteristiche dell’ambiente di sviluppo, dalle esperienze di vita.

Se vuoi avere una consulenza da parte di uno specialista in merito alla diagnosi ed il trattamento, puoi contattare il Centro Clinico di Psicologia di Monza telefonando al numero 039.9416276 (segreteria), oppure contattando la Referente dell’Area Evolutiva, Dott.ssa Edy Salvan, tel 339.2228116.
E’ possibile scrivere una mail a info@centropsicologiamonza.it, o consultare la pagina contatti.