Mio figlio adolescente fuma cannabis. Quali i possibili rischi ? E’ una delle maggiori preoccupazioni dei genitori di oggi, insieme alluso di alcol.
Cos’è la cannabis?
La cannabis o marijuana è una pianta originaria dell’Asia, ma è ormai coltivata in tutto il pianeta. Le parti utilizzate con maggior principio attivo (THC) sono le infiorescenze e le foglie. Le varietà sono tantissime; i derivati sono l’olio (distillazione delle foglie) e l’hashish (dall’impasto della resina della pianta con grasso animale o miele). Si assume solitamente fumandola, più raramente ingerita e abbinata a cibi o sotto forma di infuso.
Effetti Ricercati dell’uso di cannabis
Aumento delle percezioni sensoriali, specie nelle attività ricreative (musica, pittura, serate a parlare con amici), euforia, intensificazione della percezione dei rapporti, maggiore solidarietà in un gruppo nel quale si sta già bene.
Gli effetti sono quasi immediati: fumandola raggiungono il massimo dopo trenta minuti e diminuiscono dopo un’ora, per svanire dopo tre ore. Si registra di solito un aumento dello stimolo della fame, della salivazione e occhi arrossati. Se ingerita sotto forma di tè, torte o altro l’effetto dura dalle 6 alle 12 ore. Ne è sconsigliato l’utilizzo in queste forme perché è molto difficile un controllo della quantità ingerita.
L’uso adolescenziale di cannabis, che come emerge dalle ricerche svolte è prevalentemente episodico e occasionale piuttosto che dipendente, è spesso connesso a desideri di esplorazione, avventura, gioco e avviene in gruppo.
Rischi dell’uso di cannabis
I danni all’apparato respiratorio sono paragonabili a quelli causati dal tabacco (una canna si può equiparare a quattro sigarette, perché il fumo viene trattenuto più a lungo ed è più caldo). Il sistema immunitario risulta depresso, come nel caso dell’uso di alcol o tabacco.
Con dosi elevate si hanno gli effetti contrari della socializzazione perché si ha una sensazione di sonnolenza, e se molto forti si può stare male (sudori freddi, capogiri e nausea), fino in certi casi a manie di persecuzione, paranoie, che sul piano fisico possono accompagnarsi a tachicardia e mal di testa.
Dai blog degli adolescenti…
Le canne ad esempio servono a rilassarsi. Ce le facciamo assieme, con quelli del branco, nello slargo vicino ai giardinetti, quando ci prende la voglia di sentirci uniti, amici, di nuotare nel nulla senza pesi, senza pensieri, senza alcun progetto. Mentre fumiamo ce ne stiamo in cerchio, seduti per terra, sui marciapiedi, oppure appoggiati alle auto o ai muri… a seguire le evoluzioni arruffate del fumo come se contenessero dei messaggi, come se fossero cerchi invisibili che ci chiudono nella nostra intimità escludendo gli altri. A volte rimaniamo zitti, con gli occhi semichiusi, lasciando che per noi parli il silenzio. Altre volte parliamo, di che non saprei dirlo, di ragazze, di calcio, di moto, anche di nulla..
Le canne sono l’insetticida dei pensieri.
Vi sono ragazzi che utilizzano le sostanze per mettere in sordina uno stato della mente, per offuscare e scacciare i pensieri, o per viaggiare con la fantasia in una fusione con un mondo ideale, verso rappresentazioni di sé più gratificanti, alterando le emozioni (“stare calmi”, “non pensare”, “far tacere la rabbia”), nel senso anche di addormentare la tumultuosità dei processi che si attivano in adolescenza in relazione alla necessità di costruire una nuova immagine di sé, allontanando o confondendo a volte aspetti e dinamiche difficili da affrontare ed elaborare.
Si può pensare all’uso di sostanze in adolescenza in relazione ai modi attraverso cui i ragazzi affrontano il percorso di crescita e le difficoltà che incontrano.
L’uso di cannabis può essere visto come un tentativo evolutivo di esplorazione del mondo esterno, di ricerca di un proprio spazio e di presa di distanza dalla famiglia, attraverso il gruppo che funge da tramite e da importante sostegno in questo difficile processo di distacco, oppure come una risposta alla percezione della propria vulnerabilità che potrebbe stabilizzarsi bloccando il processo di crescita e diventare la manifestazione di un disagio più profondo.
Cosa Fare
Non bisogna drammatizzare. Nondimeno bisogna negare i rischi che un adolescente corre, tanto più se il consumo diventa regolare o aumenta con il tempo.
La sensibilità alla cannabis varia notevolmente da un individuo a un altro e ciò per ragioni biologiche ma anche contestuali (vulnerabilità psicofisica, contesto psicologico, familiare, relazionale e sociale).
Il pericolo è tanto più grande quanto più il ragazzo è vulnerabile, psichicamente e biologicamente. Dipende anche dalla quantità di cannabis consumata e dalla frequenza di tale consumo. Agli effetti euforizzanti, si aggiungono in questo caso un distacco progressivo dalla realtà, difficoltà di concentrazione e di apprendimento e una perdita di motivazione. L’adolescente si allontana dagli interessi abituali , si chiude e manifesta un’indifferenza preoccupante, con isolamento affettivo e a volte confusione di pensiero.
La migliore prevenzione sta nella creazione di un clima di fiducia reciproca. Da una parte la fiducia che l’adolescente ripone nelle persone a lui vicine, e la qualità del senso di sicurezza affettiva che lo circonda, che può permettergli di gestire i rischi legati all’apertura al mondo. Dall’altra parte a loro volta gli adulti devono confidare nella capacità del ragazzo di far fronte alle situazioni. Questo non esclude il controllo.
Non è però utile controllare i segni fisici (pupille, odori, occhi rossi..) che proverebbero un reale consumo di droga. Meglio cercare di mantenere un contatto di buona qualità favorendo la comunicazione per parlare dei rischi, delle preoccupazioni, e prestando attenzione a ogni riduzione delle sue capacità. Quando fumare mette l’adolescente in una situazione di blocco in un ambito o in un altro, non bisogna esitare a sollecitare un aiuto esterno e a far intervenire persone esterne alla famiglia.
Una valutazione-consultazione psicologica tiene in considerazione i diversi comportamenti e aspetti all’interno del funzionamento globale della personalità, della propria storia, del contesto in cui vengono vissuti e della specificità del momento evolutivo.
Se desideri avere il parere di uno specialista, puoi contattare il Centro Clinico di Psicologia telefonando al numero 039.9416276 (Segreteria) o scrivendo una mail a info@centropsicologiamonza.it.
Riferimenti bibliografici e web:
- Philippe Jeammet, “Cento domande sull’adolescenza”, Sentieri della Mente, Pendragon, 2005
- http://www.stradanove.net/piccolo-chimico
Referente Area Adolescenti e Giovani Adulti