di Maria Grazia Galimberti *
    Chiara Cassinis e Chiara Cinanni **


Anche quest’anno il Centro Clinico di Psicologia di via Moriggia, a Monza , ha ospitato due ragazze per l’alternanza Scuola e Lavoro. Questa esperienza risulta essere sempre interessante ed interattiva. Quest’anno abbiamo ospitato due ragazze del Liceo Opere Sociali Don Bosco, Salesiani di Sesto San Giovanni, Liceo di Scienze Umane. 

Hanno saputo relazionarsi con interesse con i diversi psicoterauti, con i quali hanno potuto esplorare le diverse psicopatologie attraverso interviste mirare ed efficaci. Inoltre hanno svolto un lavoro, che si è tradotto in una piccola tesina, su un argomento di grande attualità: il Cyberbullismo.  Il lavoro svolto dalle studentesse ha portato avanti una riflessione sul tema già affrontato in lavori e articoli già prodotti da altri tirocinanti e dal Centro stesso. 

Dal bullismo al cyberbullismo: basta anche solo un click per ferire una persona 

Il termine bullismo indica un fenomeno di deviazione relazionale tra pari.

L’espressione viene coniata per la prima volta da Dan Olweus per definire il comportamento di alcuni studenti che deliberatamente escludevano o aggredivano dei compagni indifesi; infatti la comunità scientifica ha riconosciuto che tale fenomeno è caratteristico dell’età evolutiva e quindi interessa anche l’abito educativo, politico e mediatico. 

Le caratteristiche di questo fenomeno sono l’intenzionalità di prevaricare psicologicamente e/o fisicamente l’altro, la persistenza e il disequilibrio

Una forma di bullismo molto diffuso, specie con l’avvento di internet, è il cyberbullismo, una forma di prepotenza virtuale attuata attraverso l’uso di internet e delle tecnologie digitali; come il bullismo tradizionale è una forma di prevaricazione e di oppressione reiterata nel tempo, perpetrata da una persona o da un gruppo di individui più potenti nei confronti di un’altra percepita come più debole, in genere nel gruppo dei pari. 

Si definiscono cyberbullismo tutte quelle situazioni caratterizzate da volontarie e ripetute aggressioni mirate a insultare, minacciare, diffamare e/o ferire una persona estese però anche alla vita online realizzate attraverso l’invio di messaggi scritti, foto e/o video tramite smartphones, pc, tablet. 

Tra le pratiche di cyberbullismo più diffuse vi sono il flamming caratterizzato da invio di messaggi violenti e volgari, vi è poi la denigrazione e cioè la diffamazione online tramite dicerie offensive e infine vi è il furto di identità, ossia l’uso di dati e informazioni personali per danneggiare la reputazione della vittima.  

Le caratteristiche tipiche del cyberbullismo che lo differenziano dal bullismo tradizionale è l’assenza di contatto con la vittima e l’anonimato. Molte volte il bullo crea profili falsi per mantenere celata la sua identità e attuare le aggressioni, ciò ha diverse conseguenze: da un lato il carnefice si sente protetto, dall’altro, però, non comprende la gravità delle sue azioni poiché non assiste concretamente alla reazione della vittima.

E’ infatti stato osservato come con l’avanzare dell’età i cyber-bulli si comportano in modo più vessatorio e infamante, fino a mettere in atto vere e proprie violenze psicologiche. 

Altro fattore che distingue il bullismo dal cyberbullismo è l’assenza di confini spazio-tempo: “le aggressioni cybernetiche possono raggiungere la vittima ovunque e in qualsiasi momento della giornata[…] è difficile che lo stesso materiale (n.a. video, messaggi e foto denigranti) venga rimosso e può raggiungere un pubblico illimitato”. 

I fattori che sembrano influenzare maggiormente il comportamento aggressivo dei bulli possono essere rintracciati nelle loro relazioni familiari o, più in generale, nel contesto socioculturale in cui sono inseriti, che spesso è disfunzionale. 


Le possibili soluzioni per combattere tale fenomeno sono: 

  • aiutare il bullo attraverso interventi psicologici
  • aiutare la vittima a sentirsi al sicuro

Questi due aspetti tuttavia sono maggiormente difficili da attuare in caso di cyberbullismo perché molte volte il bullo è nascosto dall’anonimato e la vittima sente di poter essere attaccata e denigrata in qualsiasi momento proprio per l’abbattimento delle dimensioni di spazio e tempo online. 

Altra soluzione è 

  • attuare delle misure preventive efficaci che vanno in primo luogo a tutelare la privacy di ogni singolo individuo. 

A tal riguardo il parlamento ha approvato una legge a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, che prevede misure prevalentemente a carattere educativo/rieducativo. La legge pone al centro il ruolo dell’istituzione scolastica nella prevenzione e nella gestione del fenomeno e ogni istituto scolastico dovrà provvedere ad individuare fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. 

La scuola quindi può avere un ruolo di rilievo nella prevenzione di questo fenomeno andando a promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà coinvolgendo le famiglie per favorire la comunicazione intra familiare. 

cyberbullismo

Il Cyberbullismo è  letteralmente una piaga della nostra società: a scuola si organizzano sempre più spesso attività atte alla sensibilizzazione sul tema, ma non è abbastanza.

In molti non danno attenzione a questo argomento o non lo considerano un problema reale; al contrario, chi è fragile e ha un animo sensibile può rimanere ferito profondamente anche da una semplice parola. Non bisogna poi dimenticare, tra l’altro, che i cyberbulli difficilmente si limitano a un singolo insulto: le prevaricazioni diventano costanti e frequenti, arrivando a stremare anche il ragazzo più forte. Non bisogna quindi sottovalutare il fenomeno del cyberbullismo, né considerarlo meno importante di altre problematiche adolescenziali: le vittime e le loro storie, dovrebbero farci riflettere molto di più.

Bibliografia: 

Olweus D. (1996), Bullying at school: knowledge and an effective intervention program. The New York Academy of Sciences.

Bullismo e cyberbullismo, differenze e consigli: gli adulti devono agire.

Paolo Crepet (2015), Psicologia. 2015 by Mondadori Education S.p.A., Milano. 

Estèvez E., Estèvez J.F., Segura L. e Suàrez C. (2019), The influence of bullyng and cyberbulling in the psychological adjustment of victims and aggressors in adolescence. International Journal of Environmental Research and Public Health, 16, 2080.

Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo

*Psicologa, Psicoterapeuta, Tutor responsabile del Centro Clinico di Psicologia.

**Studentesse del Liceo Opere Sociali Don Bosco, Salesiani di Sesto San Giovanni, Liceo di Scienze Umane. 

Credits:
Foto di Linus Schütz da Pixabay
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