Nel dibattito sui disturbi di apprendimento si sente parlare spesso di azioni come compensare, dispensare, abilitare, riabilitare.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza su questi termini.

Che differenza c’è tra abilitare, riabilitare, compensare e dispensare?

ABILITARE e RIABILITARE

Queste parole indicano l’azione d’intervento diretto sulla funzione deficitaria.  La riabilitazione è limitata nel tempo e  i benefici sono futuri.
Si tratta d’interventi  personalizzati  che puntano a sviluppare competenze, in modo da favorire la completa autonomia dello studente.   L’abilitazione mira pertanto direttamente al potenziamento di un’abilità o di una funzione.

COMPENSARE

E’ l’opposto del riabilitare perché vuol dire sfruttare le funzioni integre ignorando quelle deficitarie. La compensazione è permanente e i benefici sono immediati. Essa offre un vantaggio funzionale indiretto:  l’abilità non è recuperata, ma si punta su strategie alternative per raggiungere analoghi risultati

DISPENSARE

foto dueappresenta il momento di una presa d’atto della situazione, pur  non modificando le competenze.  Dipende dagli altri e non dà autonomia.  Ha lo scopo di evitare che il disturbo possa comportare un generale insuccesso scolastico con ricadute personali, anche gravi.
Prima di passare ad elencare alcuni strumenti compensativi, vorrei sottolineare che ognuno di essi deve essere sempre “personalizzato”.  Chi si occupa di bambini e ragazzi con DSA, sa benissimo quanto ognuno di loro sia un caso a parte.  Per questa ragione, gli strumenti non devono essere considerati come rigidi mezzi per aggirare le problematiche, ma vanno calibrati in base alle caratteristiche cognitive, emotive e psicologiche dell’alunno…
Usiamo un’analogia:  quando è presente un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, vuol dire che è presente un’intelligenza in norma, ma vuol dire anche avere bisogno di compensare una mancanza di automatismo… Allora gli strumenti compensativi sono per i DSA, come gli occhiali per chi soffre di miopia:  gli occhiali devono essere calibrati sulla base delle diottrie, così come gli interventi per compensare devono essere adattati alle caratteristiche del bambino.  Questo vuol dire ad esempio che, se tra le indicazioni c’è di non far leggere ad alta voce, ma il bambino spontaneamente vuole leggere, non si dovrebbe impedirglielo.  Infatti, spiegando in precedenza ai bambini di tutta la classe cosa è un DSA,  parlandone tranquillamente,  può anche avvenire che i compagni accolgano con entusiasmo lo sforzo del loro amico e lo sostengano.

Ricordiamo comunque sempre che il miglior “strumento compensativo” per un bambino con DSA è…l’insegnante stesso!

Certo! Questo perché è di fondamentale importanza l’aspetto relazionale dell’insegnamento e l’insegnante per il bambino assume il ruolo fondamentale di “mediatore”.  E’ attraverso una “buona” relazione, un’efficace mediazione, che si riesce  a trasmettere conoscenze, competenze, entusiasmo, senso di autoefficacia agli alunni…a maggior ragione tutto ciò vale nei casi di difficoltà di apprendimento.
Infine…ricordiamo che con lo strumento compensativo il DSA non sparisce…
Non vale quindi l’equazione: Soggetto con DSA+strumento compensativo=persona senza DSA.

 

Elenchiamo ora di alcuni strumenti compensativi.

Essi si possono suddividere in strumenti informatici e non. Si possono usare a casa e in classe.

  • LIM = lavagna interattiva multimediale;
  • PC con videoproiettore;
  • registratore (CD, MP3);
  • Smart Pen (penna “intelligente” che registra, e recupera la voce del docente, digitando una parola);
  • dizionario elettronico.
  • PC con correttore ortografico;
  • sintesi vocale;
  • software specifici (testi digitali, mappe);
  • strumenti per l’audio: registratore, lettori Mp3;

 

Alcuni strumenti compensativi non tecnologici sono:

  • lettura ad alta voce da parte del docente o dei compagni. A questo proposito raccomando di non limitarsi a leggere al bambino solo i testi, ma anche didascalie, indicazioni di lavoro…
  • schemi, riassunti, mappe concettuali, (da usare non solo per lo studio ma anche durante le interrogazioni e le verifiche)
  • maggiore tempo a disposizione per svolgere il lavoro scolastico e le verifiche
  • tavole con le regole grammaticali e ortografiche;
  • tabelle verbali
  •  tavola pitagorica e  tavole delle operazioni
  • calcolatrice (c’è anche nella versione parlante).
  • tabella delle misure e delle formule geometriche.

 

Alcune misure dispensative:

  • dispensa dalla lettura ad alta voce (se non espressamente richiesta).
  •  dispensa dalla studio mnemonico delle tabelline.
  • dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura.
  • dispensa dall’uso del vocabolario cartaceo.
  • dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta.
  • nelle verifiche scritte si dovrà ridurre il numero di esercizi, senza modificare gli obiettivi;  eventualmente, si recupererà oralmente quanto non verificato per iscritto.
  • valutazione delle prove scritte con modalità che tengano conto principalmente del contenuto piuttosto che della forma (ad es. errori ortografici e utilizzo della punteggiatura non dovrebbero essere penalizzati).
  • la valutazione nella lingua straniera dovrebbe privilegiare l’orale rispetto allo
  • scritto
  • interrogazioni programmate.

 

I compiti per casa

  • non dovrebbero essere dettati o fatti copiare dalla lavagna, ma essere messi a disposizione su fotocopia; quando ciò non sia possibile, l’insegnante dovrebbe accertarsi che siano stati correttamente trascritti sul diario.
  • dovrebbero venire assegnati in misura ridotta.

 

Ultima raccomandazione…non valutare le verifiche pensando che il voto debba essere più basso “perché non è giusto per gli altri che non sono stati aiutati…”!!!
So che questo pensiero è presente in chi lavora a scuola, e spesso è dettato non da cattiva volontà, ma da un atteggiamento scrupoloso.
Riflettiamo però:  se così fosse, dovremmo abbassare il voto anche a tutti i bambini che soffrono di problemi di vista, perché durante le verifiche usano gli occhiali!
Gli strumenti compensativi non rappresentano un fallimento, ma costituiscono mezzi necessari per permettere al bambino di svolgere con serenità e in autonomia i suoi compiti scolastici.

 

Dott.ssa Edy Salvan
Referente Area Disturbi Specifici dell’Apprendimento

 

Per avere il parere di uno specialista, contatta il Centro Clinico di Psicologia al numero di telefono della nostra sede di Monza 039/9416276 oppure manda una mail a info@centropsicologiamonza.it